Libero Grassi 22 anni dopo.
La figlia Alice: “Ucciso dall’indifferenza”.
29 agosto 2013 - PUBBLICATO DA: www.blogsicilia.it
di Redazione
“29 agosto
1991 qui è stato assassinato Libero Grassi. Imprenditore, uomo
coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omertà della Associazione degli
industriali, dall’indifferenza dei partiti, dall’assenza dello Stato”.
Ecco il manifesto affisso da Alice Grassi, figlia dell’industriale tessile ucciso dopo aver denunciato i suoi estortori.
La donna ha disegnato sull’asfalto come
ogni anno una macchia di vernice rossa con una bomboletta spray. “La
ritengo una iniziativa individuale ma comunque condivisibile”, ha detto
il figlio, Davide Grassi, presente assieme alla madre, Pina Maisano Grassi.
Alle 7:45 si è svolta la cerimonia di commemorazione. Hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del Senato Piero Grasso, il sindaco Leoluca Orlando, gli assessori regionali Linda Vancheri e Patrizia Valenti, esponenti dell’associazionismo antiracket a cominciare da Tano Grasso, i presidenti di Confindustria regionale, Antonello Montante, e provinciale, Alessandro Albanese, il prefetto del capoluogo siciliano, Francesca Cannizzo, il commissario antiracket, Elisabetta Belgiorno,
rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine, e i ragazzi
di Addipizzo che indossavano la maglietta dell’associazione.
“Ho riletto in questi giorni i
verbali di Confindustria dell’epoca e ho provato una profonda
indignazione. Mi vergogno tuttora. Ma tanto è cambiato da allora: anche
se c’è ancora molto lavoro da fare. Ma se la Confindustria
siciliana ha intrapreso un percorso diverso, innovativo e
rivoluzionario, lo si deve anche al valore di un uomo e di un
imprenditore coraggioso come Libero Grassi”. Lo ha detto Antonello Montante,
presidente di Confindustria Sicilia, uno degli artefici assieme a Ivan
Lo Bello, del nuovo corso intrapreso dall’associazione degli industriali
siciliani.
“Abbiamo cambiato lo Statuto -ha
aggiunto- ed è prevista l’immediata espulsione per chi non denuncia
immediatamente estorsioni da parte della mafia o e’ colluso con la
criminalità organizzata. Da anni ormai stiamo al fianco di chi è per la
legalità, la trasparenza”. ”Per noi – ha detto Montante – Libero Grassi è
simbolo importante, un uomo che disse no al racket e alla prepotenza
mafiosa. Da lui è partito il risveglio delle coscienze”.
“Sono qui in forma privata e non come presidente del Senato. Ritengo doveroso – come cittadino palermitano, ex magistrato e capo della Direzione nazionale antimafia – continuare a sostenere i valori e la figura di Libero Grassi.
Certo tanto è stato fatto per contrastare il racket ma il pizzo esiste
ancora. I processi continuano ma il percorso è ancora lungo”. Lo ha
detto Piero Grasso, presidente del Senato, ricordando
Libero Grassi, l’imprenditore palermitano che disse “no” al pizzo e per
questo fu ucciso dalla mafia a colpi di pistola il 29 agosto del 1991.
“Lascia perplessi – ha proseguito il presidente del Senato
– in questo contesto di cambiamento culturale, che ci siano
atteggiamenti che contrastano questo percorso di rinnovamento come il
caso di un imprenditore palermitano a cui la banca avrebbe ritirato il
fido perché aveva denunciato il racket. Un passaggio pericoloso perchè il messaggio che passa è che chi denuncia fallisce”.
“Libero Grassi era un
imprenditore onesto che fece cose normali, come non pagare il pizzo, in
un’epoca in cui certe cose normali erano da considerare eccezionali,
inaccettabili. Non solo da parte di Cosa Nostra, che non poteva
tollerare un esempio cosi’ coraggioso e sfrontato, un uomo che andava
dicendo pubblicamente ‘io non pago’”. Lo afferma in una nota la
Presidente della Camera Laura Boldrini.
“Le cose normali di Libero Grassi –
aggiunge – 22 anni fa erano considerate eccezionali anche da molti dei
suoi colleghi imprenditori. Cosi’ intorno a lui non si creò solo
indifferenza ma addirittura ostilità da parte di chi avrebbe dovuto
sostenerlo e proteggerlo. Libero Grassi non fu ucciso soltanto perchè fu
un uomo coraggioso ma soprattutto perchè era un uomo solo. La sua morte
più di altre dimostra che contro lo strapotere mafioso bisogna essere
uniti. Sarebbe contento oggi di vedere come la sua Palermo abbia saputo
raccogliere la sua eredita’ con i ragazzi di ‘addiopizzo’ ma anche con
la nascita di ‘libero futuro’, la prima associazione di imprenditori e
liberi professionisti che hanno detto no al pizzo. La strada è
ancora lunga e il pizzo continua ad essere uno dei maggiori proventi
della criminalità organizzata, ma e’ innegabile che la rivoluzione degli
onesti sia cominciata, anche grazie a persone come Pina Grassi che
instancabilmente in questi anni ha portato avanti la battaglia di
legalità iniziata dal marito“.
“Scriverò al presidente del
Consiglio Enrico Letta per chiedergli di disporre un’ispezione presso
gli istituti bancari che ostacolano gli imprenditori che denunciano il
racket, ritenendoli a rischio e dunque non affidabili”. Lo ha detto stamattina il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, a margine della commemorazione di Libero Grassi.
Orlando ha ricordato di aver istituito
ieri un fondo antiracket “per incentivare ancora di più la scelta di
campo, per rendere piu’ conveniente la denuncia del pizzo. Credo
tuttavia – ha aggiunto – che occorra interrogarsi comunque a fondo sul
ruolo che, in questo paese, hanno assunto gli istituti bancari. Alcuni
dei quali coinvolti in fenomeni di riciclaggio e attuando tassi al
limite dell’usura ma che poi scelgono di ritirare l’appoggio a quegli
imprenditori coraggiosi che denunciano le estorsioni”. -