Pubblicato da www.isicilianigiovani.it
Mafia Capitale
di Nando Dalla Chiesa
Quanto costa una delibera? Quanto una perizia?
E un emendamento? O una sentenza? O un appalto?
Tutti atti pubblici, tutte decisioni pubbliche.
Mafia Capitale ci spiega che sono tutte in vendita.
Che si trova sempre qualcuno disposto a farne mercato.
Qualche brava persona, certo, può essere indisponibile.
Ma “loro” troveranno sempre, il modo di non passare
proprio di là. Aggireranno l’ostacolo, troveranno il modo di
cambiare di etichetta o di categoria il progetto da finanziare,
per farlo ricadere sotto le giuste competenze.
O faranno promuovere/rimuovere il reprobo, il riottoso perché
si occupi di altro. O faranno avocare la decisione da un
superiore più comprensivo.
Tutte cose a loro volta da comprare.
Una sentenza per annullare un atto politico sacrosanto
(per esempio di limitazione delle sale gioco in una città).
Ma anche, al contrario, un atto politico per annullare una
sentenza sacrosanta.
O da una parte o dall’altra il corrotto, il venduto si trova.
E dietro di lui trionfa sempre un clima di indulgenza, la voglia
di farsi fatti propri, l’amor di quiete, perché ormai è legge non
scritta che la carriera spetta di diritto solo a chi non combatte
i disonesti. L’onestà è tollerata, la lotta alla disonestà no.
Ecco che cosa viene fuori dallo scandalo romano, sommato
con lo scandalo dell’Expo, con lo scandalo del Mose, con gli
scandali che come oceano limaccioso travolgono la pubblica
fede dalle contrade d’Italia.
Perché stupirsi?
Perché stupirsi se la ‘ndrangheta e la criminalità organizzata
imperano in tante nostre pubbliche amministrazioni
succhiando soldi che non esistono mai per i bisogni e i servizi
sociali o per creare imprese e posti di lavoro, ma ci sono
sempre, accidenti sempre!, per predoni e malfattori?
Se le decisioni pubbliche sono per principio in vendita,
è ovvio che se le compri chi ha più soldi.
E che nessun funzionario, giudice, politico, nel momento
in cui si fa corrompere, si porrà il problema se le sta
vendendo a un corruttore non mafioso o a un corruttore
in rapporti con la mafia.
Dove tutti incontrano tutti
Basterà poi che il prezzo da pagare nel gioco degli scambi
sia in parte anche di voti, che qualcuno chieda cioè i pacchetti
di voti sicuri di ‘ndrangheta o camorra, per traghettare con
assoluta naturalezza i poteri mafiosi dentro la grande
arena pubblica.
Nel “mondo di mezzo”, dove tutti incontrano tutti.
Ecco la ragione per cui gente con la quinta elementare, che
non solo non parla l’inglese, ma nemmeno si esprime in
italiano, ma parla solo il dialetto calabrese o il romano della
suburra, può comandare su una città, anzi, sulla Città eterna
o sulla ex Capitale morale.
Smettiamola dunque con i nostri alibi ammuffiti.
Con l’idea che la criminalità che avanza sia vincente perché
sofisticata, nulla più “coppola e lupara” ma smoking e studi
all’estero, così da darci qualche giustificazione, perché ci
starebbe sconfiggendo gente che il denaro ha spinto su un
altro, superiore pianeta.
A comandarci sono i boss che non sanno nemmeno come
arrangiarsi durante uno scalo aereo a Parigi o i malavitosi
che parlano e bestemmiano come “il Cecato”.
E’ la fase suprema della corruzione: mettere una civiltà
millenaria alla mercé di caproni e pistoleri. -
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Anche nel nostro Comune sono in vendita gli atti pubblici ?
Fortunatamente, NOOOOO !
Perché i nostri bravi Amministratori sono onesti e corretti.-
Antonio Amodeo